Sono dedicate all’insolita coppia formata da Egon Schiele (Tulln an der Donau, 1890 – Vienna, 1918) e Jean-Michel Basquiat (New York, 1960 – 1988) le due mostre in programma al Teatro Apollo. Due artisti separati, Schiele e Basquiat, ma collegate sotto tanti aspetti: entrambi gli artisti morirono a ventott’anni, tutti e due “si vedevano come profeti dell’arte ed erano virtuosi in un modo stravagante” , ed entrambe le loro carriere li fecero entrare, nello spazio di soli dieci anni, nella storia dell’arte. Destini collegati, arte di grande impatto sulla storia, e dunque due mostre che sottolineano questi aspetti, ma anche le specificità delle loro opere e dei contesti nei quali operarono.
Schiele lavorò in una Vienna che s’apprestava a perdere il suo ruolo di capitale di un impero ma continuava la sua fervida vita intellettuale e artistica, mentre Basquiat visse e lavorò nella New York degli anni Ottanta, partecipando alla vitale scena underground della città statunitense e aprendo importanti discussioni sull’arte e sull’identità.
La mostra su Schiele porta a Lecce 110 opere, soprattutto disegni di collezione privata. La dimensione tragica e intima del lavoro di Schiele è inseparabile dallo spirito che regnò a Vienna all’inizio del ventesimo secolo, e lo ha reso uno dei maestri dell’espressionismo. Il lavoro di Schiele inizialmente fu contraddistinto da uno stile ornamentale, prima di assumere rapidamente un approccio molto più caotico”.
Le opere di Basquiat (135 in tutto), ripercorrono cronologicamente l’intera sua carriera: la rassegna include molte serie che non sono mai state mostrate prima in Europa, così come dipinti che sono stati esposti raramente dopo la scomparsa dell’artista. Il suo lavoro è popolato da scheletri e teschi, come se lui vedesse ogni essere umano potenzialmente morto. La sua scomparsa nel 1988 interruppe un percorso enormemente prolifico, compiuto nel giro di una decina d’anni, e che conta su oltre un migliaio di dipinti e su ancor più disegni”.
“La parola ispira le mie immagini, ma poi ne cancello le lettere”